Il complesso monumentale di San Giovanni a Carbonara, formato da più chiese, prende il nome dal luogo in cui sorge, un tempo zona destinata a raccogliere i rifiuti e collocata fuori dalle mura angioine. Fu costruito dagli agostiniani su un suolo donato da Gualtiero Galeota per edificare un luogo di culto dedicato al Battista. Accanto allo scalone di accesso si trova la chiesa di Santa Maria della Pietà, eretta per consacrare il luogo teatro di tornei e duelli. Ai piedi della scalinata a tenaglia con doppia rampa, eseguita dall’architetto Ferdinando Sanfelice in seguito al terremoto del 1688, si accede alla chiesa della Consolazione, oggi parrocchia di Santa Sofia, decorata da stucchi. Sulla destra c’è l’ingresso all’antica farmacia, oggi sede della canonica. La Chiesa di San Giovanni a Carbonara si apre al centro del sagrato, ma l’ingresso è laterale. L’interno della Chiesa di San Giovanni a Carbonara è a navata unica con copertura a capriate e abside a crociera con cappelle laterali, aggiunte successivamente. La Chiesa conserva il Monumento funebre di Ladislao di Durazzo, attribuito ad Andrea da Firenze. Alla base del monumento ci sono quattro Virtù, che reggono il secondo ordine dove, sotto un arco a tutto sesto, sono seduti Ladislao e la sorella Giovanna, figli del re Carlo III mentre ai lati, sotto archi trilobati, si trovano altre Virtù sedute. Nella parte superiore è collocata la cella con il sarcofago che termina con la statua equestre di Ladislao. All’interno della chiesa, si trovano la Cappella Miroballo, Recco, Caracciolo di Vico e Caracciolo del Sole. Vi hanno lavorato artisti come Tommaso Malvito, Leonardo da Besozzo, Girolamo Santacroce, Giovanni Domenico d’Auria e gli spagnoli Diego De Siloe e Bartolomé Ordonez. Sul sagrato della chiesa, si trova a destra la Cappella Seripando, che custodisce la Crocifissione di Giorgio Vasari e il Monumento funebre di Antonio Seripando.