maschioCastel Nuovo comunemente conosciuto come Maschio Angioino, è uno dei quattro Castelli napoletani.
Per realizzare Castel Nuovo il re Carlo d’Angiò fece spianare l’area e quanto vi si trovava, compreso un convento francescano, che fu trasferito e che oggi si chiama Santa Maria La Nova. L’imponente Arco di Trionfo fu fatto aggiungere da Alfonso d’Aragona per celebrare il suo ingresso a Napoli. Il castello, col Museo Civico e la Cappella Palatina con affreschi medievali dai quali traspare la scuola di Giotto, è stato il luogo dove si è formata gran parte della storia di Napoli. Al termine del grande scalone nel cortile si trova la Sala dei Baroni, l’immenso salone così chiamato perché furono ospitati, con la scusa di un pranzo, i baroni che avevano cospirato e vi furono uccisi dagli arcieri appostati in alto. Castel Nuovo è un monumento da visitare e “vivere”, prescindendo dalla sua materialità per cogliere i risvolti intimi di un popolo che ha pochi uguali al mondo.
Per la sua posizione strategica, Castel Nuovo, rivestì non solo le caratteristiche di una residenza reale, ma anche quelle di una fortezza chiamato “Castrum Novum”per distinguerlo da quelli più antichi dell’Ovo e Capuano. Durante il regno di Roberto d’Angiò il Castello divenne un centro di cultura dove soggiornarono artisti, medici e letterati fra cui Giotto, Petrarca e Boccaccio. Agli Angioini successero gli Aragonesi con Alfonso I, che seguendo la scelta dei predecessori, fissò la sua dimora reale in Castel Nuovo iniziandone i lavori di ricostruzione e facendo innalzare all’esterno, fra la Torre di Mezzo e quella di Guardia, il grandioso Arco di Trionfo per celebrare il suo vittorioso ingresso nella città di Napoli.
Con gli Aragonesi si assiste al passaggio dal medioevale castello-palazzo alla fortezza di età moderna, adeguata alle nuove esigenze belliche e la zona intorno al Castello perde il carattere residenziale che aveva con gli Angioini. La struttura della costruzione aragonese risulta senz’altro più massiccia rispetto a quella angioina e rispecchia abbastanza fedelmente quella attuale, scaturita dai lavori di risanamento dei primi anni di questo secolo.
Il monumento presenta una pianta trapezoidale formata da una cortina di tufo in cui si inseriscono cinque torri cilindriche (di cui quattro di piperno ed una di tufo) poggianti su un basamento in cui si aprono dei cammini di ronda. L’area del cortile, che ricalca quella angioina, è formata da elementi catalani come il porticato ad arcate ribassate e la scala esterna in piperno, opera dell’architetto maiorchino Guglielmo Sagrera, che conduce alla Sala dei Baroni e conferisce a questo angolo della corte il caratteristico aspetto dei patii spagnoli.
Alla fine del XV secolo i Francesi subentrarono agli Aragonesi; tale presenza non durò per molto tempo, in quanto i Francesi furono sostituiti a loro volta dai viceré spagnoli ed austriaci. Durante il periodo vicereale (1503-1734), le strutture difensive del castello, adibito ad un uso prettamente militare, vennero ulteriormente modificate. Con l’avvento di Carlo III di Borbone che sconfisse l’imperatore Carlo VI nel 1734, il castello venne circondato in varie riprese da fabbriche di ogni genere, depositi ed abitazioni.
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