venerdì 19 Aprile 2024
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Castel dell’Ovo

Castel dell’Ovo, il più antico castello napoletano.

Il Castel dell’Ovo si trova sull’isolotto di Megaride, dove approdarono i primi Greci per fondare Partenope e poi Napoli.
In epoca preromana vi si trovavano già delle opere di difesa, sulle quali venne costruita la Villa di Lucullo. Nel VII secolo vi si insediò un cenobio di monaci Basiliani. Coi Normanni le fortificazioni subirono un primo e consistente ampliamento, seguito da quello voluto da Federico di Svevia. Nuovi lavori furono eseguiti dagli Angioini e poi dagli Aragonesi. Negli anni ’70 l’ingegner Paolo Martuscelli lo ha restaurato e riportato allo splendore medioevale.
Il nome sembra risalire al Trecento, secondo alcuni studiosi determinato dalla sua pianta ellittica. La leggenda, invece, vuole che il nome sia legato al poeta latino Virgilio, che avrebbe posto nelle sue fondamenta un uovo, appunto, che, finché rimasto intatto, avrebbe assicurato la sopravvivenza dell’edificio.
Castel dell’Ovo, che svolse anche funzione di residenza reale e, fino alla seconda metà del Novecento, dell’ammiragliato, si presenta come una cittadella fortificata e costituisce un punto preminente del panorama napoletano sul lungomare.
Strade a gradoni in pendenza, mura possenti, spianate panoramiche e loggiati gotici e aragonesi ne fanno un monumento di eccezionale bellezza, oltre che di grande interesse storico.
Tra le strutture si segnalano la Sala delle Colonne, il Loggiato ad archi, la chiesa del Salvatore (legata all’insediamento basiliano del VII secolo) e le Torri “Maestra” e “Normandia”.

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Redazione IDN
Redazione IDNhttps://napoli.itineraridellacampania.it
EDITOR E WEB DESIGNER. NATO A VENEZIA NEL 1973, VIVO E LAVORO FRA MILANO E NAPOLI. Sono nato nel 1973 a Venezia. Nascere e vivere a Venezia significa avere la fortuna di crescere respirando il profumo dell'arte in tutte le sue espressioni, dall'architettura alla pittura fino al cinema, così sin da subito mi sono lasciato trasportare da queste sensazioni. Da prima la fotografia, poi il teatro e la televisione, fino a scoprire, verso gli anni novanta, il piacere della sintesi e dell'impatto visivo del segno grafico. E' emozionante vedere stringere nelle mani di persone che non conosci e che non mi conoscono il frutto del mio lavoro.
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