HomePercorsi“Caduta nella Rete”: quando il virtuale diventa gabbia

“Caduta nella Rete”: quando il virtuale diventa gabbia

Una nuova produzione Scenario Biondo firmata da Ester Chica

“Caduta nella Rete” ha debuttato da giovedì 13 novembre e resterà inscena fino a domenica 23 novembre presso il Nuovo Teatro Sancarluccio, storica sala nel cuore di Chiaia, in via San Pasquale a Chiaia 49. Un luogo simbolo del teatro d’autore napoletano che accoglie una produzione intensa e profondamente attuale, capace di parlare – con ironia e verità – alla nostra quotidianità digitale.

Caduta nella Rete”, scritto da Ester Chica, è una pièce dal linguaggio contemporaneo, capace di raccontare con lucidità – e un’ironia mai banale – le contraddizioni della nostra epoca iperconnessa.
L’adattamento è firmato da Ester Chica, Gigliola de Feo ed Ersilia Saffiotti, mentre la regia è affidata a Gigliola de Feo ed Ersilia Saffiotti. Nel ruolo di aiuto regista troviamo Maria Teresa Iannone.

A guidare il pubblico attraverso questa storia è Gigliola de Feo, attrice protagonista, affiancata da Ester Chica, Pasquale Donnarumma e Diego Consiglio. La produzione è a cura di Scenario Biondo con Ester Chica.

Personaggi e struttura dello spettacolo

In scena prendono vita:
– Agata
– Gervasio
– Rebecca Freud
– Ercole
– Lo schermo del cellulare di Agata

Fuori scena agiscono invece:
– Aldo
– La mamma di Agata
– Belfagor
– Il Sistema

La durata complessiva dello spettacolo è di un’ora e 15 minuti

Sinossi: la fragilità dietro lo schermo

La protagonista, Agata, interpretata da Gigliola De Feo, è una giovane donna che vive – come molti – immersa nelle nevrosi quotidiane.
Il suo rapporto con la Rete e con i social network la trascina in un universo parallelo che, lentamente ma inesorabilmente, intacca le sue certezze e il suo equilibrio emotivo.

Nel mondo di “Caduta nella Rete”, Agata e gli altri personaggi finiscono per trasformarsi in maschere tragicomiche, vittime inconsapevoli di un meccanismo digitale che amplifica la solitudine e indebolisce il contatto umano.
La mancanza di relazioni fisiche diventa così il filo rosso che unisce i protagonisti, rendendoli testimonianze viventi della fragilità generata dall’iperconnessione.

Un ritmo serrato tra ironia, colpi di scena e riflessione

Il testo utilizza un tono leggero, ironico, talvolta incalzante, per affrontare un tema mai così attuale: la distanza tra le persone che vivono costantemente “connesse” e, allo stesso tempo, scollegate dalla realtà.

Amore, amicizia e libero arbitrio sono i cardini su cui si muove la narrazione.
Attraverso situazioni brillanti e momenti di tensione, lo spettacolo invita il pubblico a interrogarsi sulla capacità – e sul coraggio – di scegliere la propria umanità.

Il finale, salvifico solo per chi saprà compiere questa scelta, diventa un invito a riappropriarsi della vita reale, fuori dallo schermo, dove i rapporti tornano autentici e possibili.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Your Question

Exit mobile version