venerdì 19 Aprile 2024
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L’amore molesto

Il film L’amore molesto del regista Mario Martone, girato nel 1995, racconta di Delia, che vive a Bologna e lavora come disegnatrice di fumetti. Delia torna a casa, a Napoli, per la morte della madre Amalia, avvenuta in circostanze misteriose mentre si trovava su una spiaggia con un uomo, la cui presenza le era stata segnalata dalla madre stessa nelle strane telefonate fatte poco prima di morire. Il tentativo di Delia di ricostruire gli eventi e di identificare l’uomo misterioso diventa di fatto una ricostruzione della sua infanzia, durante la quale si delinea il carattere esuberante di Amalia, condizionata da un marito, pittore insoddisfatto, possessivo e geloso di un corteggiatore della donna, detto “Caserta”, che lo aiutava a piazzare i suoi quadri e che Delia bambina aveva designato come amante della madre, raccontando al padre di averli sorpresi insieme. L’uomo è proprio quello con cui Amalia si trovava sulla spiaggia e nelle sue ricerche Delia si imbatte anche nel figlio di lui, Antonio, compagno di giochi. I tasselli del ricordo si aggiungono ai racconti dello zio e alle sensazioni suscitate dall’incontro col padre. La verità si fa strada: la storia del tradimento era una bugia con la quale Delia aveva rimosso la violenza da lei stessa subita e nella quale aveva proiettato la sua indole severa e riservata, opposta a quella della madre. Di ritorno a Bologna dopo il funerale, Delia ripensa ancora alla sua morte ed è proprio col nome “Amalia” che si presenta ad alcuni ragazzi, compagni di viaggio.

Il film L’amore molesto ha avuto come location la Galleria Umberto I, location utilizzata anche da altri film quali Pacco, doppiopacco e contropaccotto e Stanno tutti bene.

Redazione IDN
Redazione IDNhttps://napoli.itineraridellacampania.it
EDITOR E WEB DESIGNER. NATO A VENEZIA NEL 1973, VIVO E LAVORO FRA MILANO E NAPOLI. Sono nato nel 1973 a Venezia. Nascere e vivere a Venezia significa avere la fortuna di crescere respirando il profumo dell'arte in tutte le sue espressioni, dall'architettura alla pittura fino al cinema, così sin da subito mi sono lasciato trasportare da queste sensazioni. Da prima la fotografia, poi il teatro e la televisione, fino a scoprire, verso gli anni novanta, il piacere della sintesi e dell'impatto visivo del segno grafico. E' emozionante vedere stringere nelle mani di persone che non conosci e che non mi conoscono il frutto del mio lavoro.
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