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ALLUCCAMM in scena Al Campania Teatro Festival 2021

Il 22 giugno nel Giardino Paesaggistico di Porta Miano al Campania Teatro Festival 2021 Ellegipì TEATRO 20 debutta con ALLUCCAMM

ALLUCCAMM debutta martedì 22 giugno, alle ore 22:30, a Capodimonte, nel Giardino Paesaggistico di Porta Miano (Porta Miano). Lo spettacolo di Ellepigì TEATRO 20 rientra nel programma del Campania Teatro Festival, diretto da Ruggero Cappuccio, realizzata con il sostegno della Regione Campania e organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano.

Lo spettacolo è scritto e diretto da Luca Pizzurro, con Andrea Fiorillo e Mauro Collina, con le musiche originali di Enzo Gragnaniello. Le coreografie sono a cura di Luana Iaquaniello, i costumi di Graziella Pera, le scenografie di Fabrizio Piergiovanni e l’assistente alla regia di Sandro Gallo.
Per la compagnia, è la prima produzione in assoluto e vanta il patrocinio del Di’Gay Project DGP. Il testo integrale dello spettacolo è pubblicato da Gremese Editore e si è subito aggiudicato il secondo posto al Premio Letterario Internazionale Città di Castrovillari.

Si possono acquistare i biglietti su Campania Teatro Festival

ALLUCCAMM: sinossi

Potrebbe essere solo una delle tante storie disperate della vita durante la seconda guerra mondiale. O potrebbe anche voler raccontare come nacque ed esplose quella rivolta conosciuta con le 4 giornate di Napoli. Ma potrebbe essere una storia di infanzia rubata, di ricerca di identità, di violenza, quelle storie che ben conoscono i femminelli di Napoli. Ma, forse, vuole essere qualcosa di più di questo. Vuole essere qualcosa di più di un racconto. Vuol essere un viaggio nei sentimenti, nelle emozioni, di chi vive in un corpo che non sente adeguato, di chi vorrebbe essere in grado di conoscere la gioia di una maternità, che è loro negata. Sì, tutto questo, ma è soprattutto una storia di umanità, di vita, nonostante tutto.

Locandina ALLUCCAMM

ALLUCCAMM: note di regia

La storia si svolge a Napoli, dopo l’armistizio dell’8 settembre del ’43. Dentro un basso di Vico Lungo del Gelso, nel cuore dei quartieri spagnoli, vive Dolores, in arte Reginella, ex sciantosa del Café Chantant napoletano. Dolores costretta dagli eventi e dalla miseria portata dalla guerra, a prostituirsi. Passa il suo tempo lavorando e rassettando la casa, senza mai uscire, perché́ il 12 settembre, camminando per strada, è stata costretta, assieme a tutti i napoletani presenti sul posto, ad assistere all’esecuzione di un marinaio sulle scale dell’Università̀ degli studi di Napoli Federico II, e, come se non bastasse, ad applaudire, insieme a tutti gli altri presenti, mentre l’Istituto Luce germanico girava un documentario di propaganda. Dolores decide di chiudersi in casa e non uscire più̀.

Napoli, dopo l’armistizio, è una città abbandonata dal governo in mano ai tedeschi, che incattiviti dalla scelta del governo italiano di firmare l’armistizio con gli americani, sfoga sulla popolazione tutta la sua rabbia, tutta la sua follia. Il suo basso è l’unico luogo dove Dolores si senta al sicuro. Più̀ volte, durante le sirene che annunciavano gli attacchi aerei, decide di rimanere in casa invece di andare nei rifugi, come fa invece il resto della popolazione.

È una donna sola, che si sente protetta soltanto tra le quattro mura della sua casa. Il contatto con l’esterno si manifesta in casa di Dolores attraverso alcuni incontri. Quello con i suoi clienti, che pagano mezz’ora d’amore con generi alimentari. O quello con la magliara, personaggio che ha saputo sfruttare il momento di difficoltà della guerra attivando il commercio della borsa nera, quello con Jolanda, amica di vecchia data di Dolores, prostituta anch’essa, che passa gran parte del suo tempo in casa di Dolores, poiché́ nel suo basso ha ospitato una forestiera, che a fine giornata le lascia parte di quello che riesce anch’essa a guadagnare dai suoi clienti. Le occasioni di incontro tra Dolores e Jolanda sono momenti di grande vitalità̀, con spaccati di profonda umanità̀, che consentono allo spettatore di individuare con grande chiarezza le differenze caratteriali tra le due protagoniste.

ALLUCCAMM Andrea Fiorillo Mauro Collina

Due mondi che si attraggono e si respingono nello stesso momento

Dolores, 45 anni, bella, vanitosa, dal carattere spigoloso, burbera, analfabeta. Jolanda, 35 anni, bruttina, solare, sa leggere e scrivere, ama girare per le strade della città, sogna di fare la commessa in un grande magazzino. Sono due mondi che si attraggono e si respingono nello stesso momento; l’unico punto in comune risiede nella condivisione della fame, della disperazione, del bisogno di calore umano. Questo testo è una matrioska di storie: Esiste una Storia generale, quella della seconda Guerra Mondiale, che fa di sfondo all’opera. Esiste una storia particolare, quella delle quattro giornate di Napoli, che rappresenta il contesto in cui i personaggi agiscono. Esiste una storia personale, quella di queste due fragili presenze, che rappresentano uno sprofondamento dentro l’anima, la loro e la nostra.

Napoli è una città che comincia a reagire ai soprusi dei tedeschi, costringendo il Comando nazista a sbarazzarsi degli uomini napoletani, tramite un editto, che ordina il rastrellamento degli uomini e il loro invio nei campi di lavoro in Germania. L’alternativa è la fucilazione immediata. La condizione di sopravvivenza, senza la presenza di uomini, per due prostitute, diventa sempre più̀ precaria. Di fronte alla disperazione, Jolanda si mette in moto per trovare una soluzione, e viene a sapere, da “Wanda Osiris” pseudonimo di un’altra prostituta che lavora nel vico, e che aveva da tempo a vendersi ai soldati tedeschi, che al Comando il Colonnello Scholl sta organizzando un festeggiamento per l’arrivo del Generale Kesserling.

Consci della grande tradizione teatrale napoletana, pensano di fare cosa gradita al Generale nell’organizzare uno spettacolo di Varietà̀. Pertanto sono alla ricerca di qualcuno che possa fare al caso loro. Jolanda convince Dolores a riprendere il baule con i suoi costumi e le sue parrucche, per preparare lo spettacolo, che prevede la ricompensa di sacchi di generi alimentari e una quantità̀ di carte annonarie tali da garantire un approvvigionamento costante. Dolores, all’inizio si dimostra assolutamente contraria alla possibilità̀ di rimettere piede su un palcoscenico, ma messa alle strette dalle condizioni di assoluta precarietà̀, accetta.

Il basso di Dolores si trasforma in una vera e propria sala prove, dove Jolanda, con non poche difficoltà, tenta di apprendere i rudimenti dell’arte della recitazione, del canto e del ballo, sotto la guida di una severissima Dolores. Alla tanto attesa prova con i costumi, Dolores tira fuori un vecchio baule contenente parrucche e costumi di quando faceva la sciantosa. L’apertura di quel baule rappresenta per Dolores uno sprofondamento nel suo passato tanto da condurla ad uno stato quali allucinatorio, vedendo Jolanda che ne frattempo si è vestita con i costumi di Dolores, un’altra se.

Luca Pizzurro regista

Dolores si scaglia prima verbalmente poi fisicamente contro Jolanda rimproverandole di aver voluto cambiare la natura costringendosi ad essere una donna nel corpo di un uomo. Dopo una furibonda litigata che vede Dolores accanirsi contro se stessa- Jolanda, le due protagoniste arrivano a prendersi per i capelli, fino a che nelle mani dell’una non resterà̀ la parrucca dell’altra, rivelando in modo crudo e spietato la vera identità̀ delle nostre due protagoniste: Jolanda e Dolores sono due FEMMINELLI. La lite delle due viene interrotta dal rumore di qualcuno che bussa alla porta. Piomba una tensione palpabile tra le due ed il primo pensiero è che sia la ronda dei tedeschi richiamata dalle grida. Lentamente si avvicinano alla porta e aprono l’uscio quanto basta per vedere un fagotto lasciato da qualcuno. È un neonato, abbandonato. Il cuore della storia, adesso, comincia a battere a un altro ritmo.

Il ritrovamento inaspettato di questo bambino, porterà̀ le due donne a porsi una serie di quesiti sull’esistenza, la morte, l’abbandono, dando il coraggio di raccontarsi reciprocamente le proprie esperienze di bambini “diversi”. Durerà̀ 48 ore la convivenza con questa creatura, il tempo sufficiente per far emergere un nascosto istinto di maternità̀. Il testo inizia dunque ad indagare in maniera puntuale ed attenta, il tema del desiderio di maternità̀ nel mondo transessuale, la trasformazione del corpo, il voler assomigliare il più̀ possibile ad un ideale femminile nel quale ci si riconosca, senza poter raggiungere quella capacità di procreare che esiste solo nelle donne, e che non si può̀ raggiungere con nessun artificio. Resta quindi un desiderio irrealizzabile, un vuoto incolmabile.

I due giorni passeranno in una continua alternanza tra euforia e sconforto, convinzione di potercela fare e impossibilità di dare nutrimento e cura ad un neonato che necessita di pasti regolari e adeguate condizioni igieniche. Quindi la decisione di Dolores è quella di andare a depositare il bambino alla ruota degli Esposti, alla Chiesa dell’Annunziata, anche perché́ l’indomani sarà̀ il giorno in cui dovranno rappresentare il loro spettacolo per le truppe tedesche.

I dubbi iniziali di Dolores sulla opportunità̀ di presentarsi al Comando tedesco erano tutt’altro che infondati. Lo spettacolo diviene solo un pretesto per dare la possibilità̀ ai soldati tedeschi di sfogare sui corpi dei nostri due femminelli tutta la loro brutalità̀ animale, ed inoltre pongono Jolanda e Dolores in una situazione di grande pericolo, dal momento che, nonostante l’aspetto sia quello di due donne, una volta nude, uomini a tutti gli effetti e quindi colpevoli di non avere obbedito a quanto ordinato nell’editto.

Jolanda e Dolores stanno per essere fucilate, ma riescono a scappare. La situazione è diventata pericolosa per le due, che riescono a raggiungere il basso. Doloranti, confuse ed impaurite non sanno più cosa fare, proprio in quel momento dai vicoli si alza una voce: “Gli Americani so Sbarcati”. Il popolo, forte della presenza degli americani, insorge ed anche Jolanda e Dolores imbracciano le armi e combattono le “loro” quattro giornate di Napoli, “Alluccando”, gridando.
In nome della libertà.
In difesa della diversità. ̀
Per i bambini felici che non sono stati Per i figli amati che non sono stati Per i figli che non avranno. Mai.

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