Il Teatro Bellini è uno dei teatri più antichi di Napoli, situato nel cuore del centro storico della città
Sorto al posto del piccolo teatro delle Fosse del Grano in un’area particolarmente ricca della città di Napoli in cui si concentrano edifici di particolare lustro come il Museo Archeologico Nazionale, l’Accademia delle Belle Arti ed il conservatorio di San Pietro a Majella, il Teatro Bellini è conosciuto anche con l’appellativo di “piccolo San Carlo”. Il Teatro Bellini è uno dei teatri più antichi di Napoli. Situato nel cuore del centro storico della città, fu inaugurato nel 1864, distrutto dopo pochi anni da un incendio e ricostruito nel 1871, ancora oggi conserva intatto il suo fascino ottocentesco: dalla mirabile struttura a ferro di cavallo, ispirata all’Opéra Comique di Parigi, ai pregiati affreschi che lo decorano. Dalla sua costruzione fino al primo dopoguerra è stato cuore della vita culturale della buona società napoletana, che vi si recava per assistere a spettacoli musicali, operette e spettacoli di prosa. Dal secondo dopoguerra iniziò il suo declino: prima trasformato in un cinema di terz’ordine, venne poi chiuso alla fine degli anni ‘70. Solo nel 1986 venne rilevato e restaurato dal maestro Tato Russo che lo riportò agli antichi fasti. Oggi è gestito dai figli dell’artista, che ne hanno conservato la vocazione teatrale originaria, producendo e ospitando spettacoli di notevole interesse culturale, ma ne hanno, al contempo, arricchito e diversificato l’attività, aprendosi a collaborazioni, e all’organizzazione di iniziative e attività culturali di vario genere. Molteplici, infatti, sono oggi gli spazi vivi della struttura: l’antica sala grande e, accanto, il Piccolo Bellini, una sala dedicata alla programmazione di spettacoli del circuito off, lo store Marotta&Cafiero, ospitato nel foyer del teatro, che è insieme libreria e spazio dedicato a laboratori per bambini e presentazioni di libri, il Sottopalco, un bar/bistrot gestito in collaborazione con associazioni del terzo settore, dove si organizzano mostre e session di musica dal vivo. L’antico edificio è diventato un vero e proprio hub della cultura, punto di riferimento e crocevia di un pubblico decisamente trasversale.
Inauguratosi nel novembre del 1864, dopo soli 5 anni, nell’aprile del 1869, il teatro Bellini fu distrutto da un incendio che ne lasciò in piedi le sole mura esterne. Il vecchio Bellini non era nello stesso luogo dell’attuale teatro: la sua collocazione era bensì lontana di alcune centinaia di metri. Il teatro Bellini, in origine, sorgeva al margine di Piazza Dante la quale, allora, si chiamava Largo del Mercatello, nella zona che oggi, scendendo da Via Pessina, troviamo sulla sinistra della piazza, proprio dove inizia Via Bellini. Di come fosse fatto questo primitivo Bellini sappiamo poco: la facciata presentava tre statue, forse delle muse, e non doveva essere di particolare pregio artistico. Riguardo all’interno, le uniche notizie ci vengono riportate dal Florimo che, nel suo La scuola musicale napoletana del 1881 scriveva: “…eretto da Carlo Sorgente architetto era a forma di circo, con due ordini di logge e uno di palchi, e ricordava un poco i teatri francesi.” Sta sera s’arape lo circo e triato Bellini co la compagnia Gugliomme – Li prezzi so: na lira e mezza li primme poste, na lira li secunne poste”. Era questo l’annuncio che la mattina del 19 dicembre 1864 si poteva leggere su Lo cuorpo de Napole e lo Sebbeto, giornale interamente scritto in vernacolo. Dalla data del drammatico incendio bisognerà aspettare circa otto anni prima che il nome del teatro dedicato al famoso musicista catanese ritorni nei bollettini teatrali dei giornali.
Per circa 15 anni il Teatro Bellini dette spettacoli musicali di buon livello, quindi la lirica cominciò a cedere il passo alla prosa dialettale e per alcuni anni il teatro fu la sede stabile della compagnia di Eduardo Scarpetta. In seguito, con il nuovo secolo, il Teatro Bellini divenne un tempio dell’operetta prima, e della rivista e della canzone poi, non disdegnando di accogliere saltuarie rappresentazioni di prosa. Nel 1962 il teatro ospitò il suo ultimo spettacolo: Masaniello con Nino Taranto. Nel maggio del 1963, il Teatro Bellini sembrò definitivamente destinato a scomparire. Diventò rapidamente un sudicio cinema di infima visione. i suoi palchetti che avevano ospitato la migliore nobiltà e la ricca borghesia napoletana si videro trasformati, grazie alla compiacente e remunerata distrazione del personale di sorveglianza, in accoglienti rifugi per il piacere furtivo e trasgressivo di qualche coppietta in cerca di intimità. Fu poi Tato Russo che colse l’occasione per sottrarre il Bellini ad una sicura distruzione, facendone la sede del suo teatro e della sua compagnia. In poco più di un anno, superando difficoltà tecniche, organizzative ed economiche, riuscì a riportare l’edificio all’antico splendore e, con la messa in scena dell’Opera da tra soldi di Bertolt Brecht, nell’autunno del 1988, il Bellini fu ancora una volta un teatro…